Mick Fowler e Paul Ramsden hanno effettuato la prima salita della parete nord del Sulamar, Cina. Intervista a Mick Fowler.
Gli alpinisti britannici Mick Fowler e Paul Ramsden sono appena tornati da una spedizione durata un mese nella regione cinese dello Tien Shan dove hanno effettuato la prima salita della parete nord del Sulamar (5380m), nel massiccio del Xuelian. L’obiettivo originario era la cresta nord-ovest del Xuelian East, ma per le forti nevicate e le condizioni instabili Fowler e Ramsden hanno optato per una linea mozzafiato sul Sulamar, una montagna alta 5380 e salita per la prima volta nel 2008 dagli statunitensi Bruce Normand, Guy McKinnon e Paul Knott lungo la parete nord est. I due in quattro giorni d’arrampicata hanno salito l’evidente contrafforte centrale di 1600m in stile alpino, incontrando difficoltà fino a TD+.
Dopo la salita Fowler e Ramsden hanno esplorato le cime attorno a Chulebos, finora mai visitate da occidentali, percorrendo la storica Xiate, un vecchio itinerario commerciale che ora non viene più utilizzato a causa delle condizioni diventate “impossibili” dei ghiacciai. "Percorrere un ghiacciaio che non era mai stato visitato dagli alpinisti occidentali” – ha dichiarato Fowler – “è stato entusiasmante. Abbiamo individuato un sacco di grandi obiettivi per il futuro – c’è così tanto da fare!"
Mick Fowler e Paul Ramsden arrampicano spesso assieme e nel 2002 sono stati premiati con il Piolet d’Or per la salita del Central Couloir sulla parete nord del Siguniang, in Cina. Abbiamo utilizzato questa occasione per conoscere un po’ meglio Fowler, definito qualche tempo fa da Sir Chris Bonnington come uno dei migliori alpinisti britannici in assoluto.
Mick, la Cina sembra essere in cima alla vostra agenda. Come giudichi questi territori?
Molto, molto interessanti! Per me la cosa bella della Cina è che ci sono tantissimi obiettivi inviolati e molte zone interessanti, sconosciute e raramente visitate. Storicamente parlando gli alpinisti cinesi si sono concentrati esclusivamente sulle cime di 8000 metri, con il risultato che ci sono intere zone con vette tra i 5000m – 7000m che non sono mai state visitate dagli alpinisti. Spesso sono necessari dei permessi speciali e le difficoltà burocratiche sono elevate – ma la ritengo una sfida aggiuntiva e questo assicura anche che non ci sia folla!
Da decenni fai parte di questo gioco dell’alpinismo. Come si sta evolvendo?
Il mio alpinismo? Finché il fisico me lo consente, ho intenzione di continuare a fare più o meno quello che faccio ora. Il mio progetto generale è sempre quello di salire una linea che cattura l’occhio, che sia inviolata, in una zona culturalmente interessante, mai visitata da alpinisti e fattibile in 4 settimane dalla Gran Bretagna – visto che questo è il tempo annuale a mia disposizione per la montagna. E’ un compito arduo, lo so, e che non è sempre possibile – ma è quello che cerco di fare.
E per quanto riguarda l’alpinismo in generale?
Penso che dipenda da cosa intendi per ‘evoluzione’. Con l’aumento della benessere economico e del tempo libero in paesi come la Cina e l’India, mi aspetto di vedere sempre più alpinisti di quei paesi che potrebbero esercitare una pressione reale su obiettivi inviolati. Giudico importante lo stile delle future salite. Piccoli team leggeri sono avvantaggiati da costi minori e maggior flessibilità, mentre le grosse spedizioni mi sembrano ormai datate. Stiamo già cominciando a vedere un piccolo numero di team leggeri su vie tecniche su cime di 8000m e questa è una tendenza che credo continuerà. L’attrezzatura sta diventando migliore e sempre più leggera, e credo che ci possiamo aspettare di vedere alpinisti impegnati in salite in stile alpino sempre più lunghe, su vie sempre più difficili. All’interno di questo mi piacerebbe pensare che la pressione sugli obiettivi e le pressioni da parte di altri alpinisti, attraverso internet e i forum, vedrà l’etica e l’esatto stile della salita diventare sempre più importanti. Sicuramente poi ci sarà anche una continua ‘evoluzione’ di chi vuole battere i record in montagna. Sono sicuro che potremo assistere ad un sacco di successi che ci apriranno gli occhi!
Hai notato diversi approcci alla montagna e all’alpinismo, a seconda delle diverse nazioni di provenienza degli alpinisti?
Penso che in passato ci sono stati diversi approcci, ma con la crescente globalizzazione, ho la sensazione che l’approccio è più coerente ora rispetto al passato. L’attenzione sembra focalizzarsi su salite fatte da team piccoli e leggeri, e gli alpinisti più attivi di tutto il mondo sono spesso in contatto tra loro. E se qualcuno fa un passo falso i vari forum in internet possono essere spietati!
Quanto sei disposto a dare per raggiungere una vetta?
La mia opinione è la stessa di sempre. Sono disposto a soffrire per sopportare il cattivo tempo, la mancanza di cibo, i bivacchi appeso in parete e cose simili, ma cerco di evitare in tutti i modi i pericoli oggettivi come la caduta di massi e valanghe. Mi piace sentire che ho un certo grado di controllo sui rischi, e valuto attentamente i probabili pericoli al momento di scegliere un obiettivo.
Hai sempre scalato con piccoli team. Ma hai mai pensato di salire da solo?
No. Mi piace scalare nel modo più sicuro possibile e trascorre più tempo possibile in montagna con i miei amici. Non mi piace avere fretta e a me e ai miei compagni di scalata piace fare un sacco di fotografie in azione, per poi aumentare al massimo il nostro piacere una volta finita la scalata. Questo non sarebbe possibile se arrampicassi in solitaria.
Perché sembri evitare i giganti himalayani?
Sono affollati, mi piace conservare tutte le mie cellule celebrali e poi non riesco ad ottenere abbastanza tempo libero dal lavoro.
A proposito, hai un lavoro a tempo pieno, una famiglia… non è la migliore base per un allenamento intensivo. Come fai a prepararti per le tue spedizioni?
Corro un po’ in montagna e ogni due settimane in inverno partecipo a qualche gara. Solitamente mi piazzo nell’ultimo quarto della classifica ma mi piace e mantiene allenati il mio cuore e i miei polmoni. Oltre a questo cerco di uscire con un gruppo di amici ogni mercoledì sera – arrampico su roccia in estate e pratico la speleologia, il kayak, la mountain bike, la corsa e l’arrampicata di notte in inverno. Tutto questo mi dà un buon livello base di fitness – ma penso che sulle grande montagne extraeuropee la forza di volontà sia tanto importante almeno quanto essere allenati.
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